NFT e Blockchain: il contesto

Quando nel 1936 Walter Benjamin scriveva L’opera d’arte nell’era della riproducibilità tecnica, Internet non esisteva. Già da allora, però, era in atto un cambiamento della relazione tra arte e società, o meglio un cambiamento sia della sua composizione che della sua fruizione. Se prima l’opera d’arte era un pezzo unico dotato della famosa “aura”, questa ha cominciato ad essere riprodotta spesso per volontà dello stesso autore. Il secolo della fotografia, che permette una sempre più spregiudicata riproducibilità dell’opera, sposta l’attenzione di quasi tutte le avanguardie del periodo dalla rappresentazione del reale ad un rapporto più disinibito e diretto con la materia, svincolandosi dalla mimesis.

Oggi, nell’era digitale, anche la materia sta perdendo la sua sacralità. Assistiamo, allora, al proliferare di una quantità di nuove forme espressive che attivamente si alimentano della virtualità: video-art, arte interattiva, computer art, new media art, net.art. In questi casi non si tratta di correnti estetiche, ma di esempi accomunati dal riferimento alla tecnologia utilizzata.

L’evoluzione tecnologica va determinando nel mondo artistico mutamenti in tre ambiti: quello strettamente creativo, quello attinente a classificazione, autenticazione, valorizzazione, diffusione e conoscenza dell’opera e quello economico. Se il concetto di arte va così rapidamente evolvendosi, se i new media – con le infinite potenzialità delle attuali tecnologie – hanno dato agli artisti potenzialità espressive fino a ieri inimmaginabili, sarà inevitabile progettare e mettere in atto in modo del tutto innovativo giurisdizioni e tutele dell’attività artistica.

NFT: Cosa sono?

Gli NFT – acronimo delle parole inglesi “Non-Fungible Token” – sono dei certificati di autenticità digitale che, proprio per il loro essere infungibili, non possono essere sostituiti o manipolati. Si può facilmente comprendere questo concetto con un esempio: una moneta da 1 euro è fungibile, ciò significa che se si presta 1 euro questo può essere restituito con un’altra moneta purché abbia lo stesso valore; nel caso degli NFT questo non è possibile. Ogni oggetto è unico e non intercambiabile, anche a parità di valore nominale.

Gli NFT sono una sequenza di bit univoca registrata sulla blockchain, il rinomato “libro mastro” digitale decentralizzato, capace di documentare le transazioni e che conferisce loro integrità, autenticità, origine e proprietà. Ne consegue che la “tokenizzazione” è la conversione dei diritti di un bene in un token digitale registrato su una blockchain, dove il bene reale e il token sono collegati da uno smart contract (contratto intelligente). Tokenizzare significa ovviamente generare un token e collegarlo a un bene mediante questo tipo di contratto.

Altro aspetto importante che vale la pena sottolineare è che colui che genera un NFT può scegliere se quell’item sarà unico, oppure se di esso potranno essere generate un numero definito di copie; ognuna di esse sarà gestita sempre dalla blockchain ed autenticata come l’originale. Infine, altro aspetto unico e vantaggioso è la possibilità per il creatore di riscuotere una commissione non solo quando l’NFT viene originariamente venduto, ma anche ogni volta che viene rivenduto. Questa capacità può essere implementata tramite degli appositi smart contract intelligenti che rispettano i diritti degli autori.

NFT blockchain societing
Everydays: the first 5000 days – Mike Winkleman

Le tecnologie blockchain e NFT hanno introdotto un modo completamente nuovo di valutare e collezionare arte. Sebbene alcuni rimangano ancora scettici, i principali attori del settore come le storiche case d’asta Christie’s e Sotheby’s stanno ricalibrando le proprie pratiche curatoriali e commerciali. Nel 2021 Christie’s, ad esempio, ha venduto un NFT per circa 69 milioni di dollari (partendo da una base d’asta di 100 USD): si tratta di un NFT legato ad un file JPEG realizzato da Mike Winkelmann, l’artista digitale noto come Beeple. 69 milioni di dollari per un’opera che esiste solo digitalmente.

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Nyan Cat- Chris Torres

All’inizio del 2021, invece, Chris Torres ha venduto affidarsi a Dogecoin Foundation il meme Nyan Cat il famoso gatto volante che lascia una scia arcobaleno per un valore di circa 580mila dollari. Un simile prezzo sarebbe giustificato dal fatto che l’autore abbia garantito di non produrre ulteriori copie dell’animazione, rendendola di fatto un vero e proprio pezzo unico. Foundation, così come gli altri portali omologhi, si assicura che ogni produzione digitale sia irripetibile e identificabile attraverso gli NFT e la blockchain.

NFT a tutela del diritto di autore

La capacità propria degli NFT di rispondere alle necessità di unicità, tracciabilità, autenticità e sicurezza, ne ha permesso una rapida implementazione nel mondo dell’arte, il quale è affetto da problematiche del tutto peculiari attinenti specialmente la tutela del mercato e della proprietà intellettuale. Le opere materiali d’arte contemporanea, al momento della commercializzazione, sono corredate di un certificato di autenticità rilasciato generalmente dall’artista o da chi si occupa della vendita. Per le opere antiche si procede con accurate perizie.

E con le opere digitali?

Nel caso di queste ultime, che anche se non tangibili sono ugualmente da tutelare, l’associazione con gli NFT permette di certificare come “autentiche” le copie dell’opera rilasciate ufficialmente dall’artista e di tracciarne i relativi scambi. Il proprietario di un’opera creativa possiede un insieme di diritti sulle opere possedute, incluso il diritto di eseguire riproduzioni e adattamenti dell’opera. Essendo per la maggiore costituite da file che sono alla mercè di chiunque, le opere digitali possono essere tutelate soltanto con l’associazione di un token che ne certifica unicità e autenticità.

In tal senso la “tokenizzazione” delle opere rappresenta una naturale e funzionale evoluzione dei certificati di autenticità, con la potenzialità di poterli affiancare o sostituirli del tutto.

Fonti e approfondimenti: Forbes 

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