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Our Data, Our Future – Radical Tech for a Democratic Digital Society

A Torino il 5 e 6 novembre Nesta organizza I NOSTRI DATI, IL NOSTRO FUTURO: TECNOLOGIE AL SERVIZIO DI UNA SOCIETÀ DEMOCRATICA. Queste due giornate sono il Simposio di chiusura del progetto Decode  e sono organizzate in collaborazione con la Commissione Europea ed in partnership con il Comune di Torino, Nexa Center for Internet and Society, Lavazza, The New Institute e TopIX.

Noi parteciperemo a questa due giorni con grande curiosità e grande attenzione perché i temi affrontati ci sembrano di primaria importanza. Si parlerà delle tecnologie più d’impatto per l’evoluzione di Internet  e di come proteggere i diritti fondamentali dei cittadini; si discuterà delle questioni più urgenti nell’economia digitale, della necessità di riformare la regolamentazione antitrust e le politiche di concorrenza alla luce del grandissimo potere di mercato delle piattaforme digitali; del rapporto tra monetizzazione dei dati personali e diritto alla privacy. E ancora di valute digitali globali –come Libra; della politica industriale europea e di come dovrebbe essere incentrata sulla sovranità digitale; del controllo democratico dell’Europa sui dati, l’Intelligenza Artificiale e le piattaforme… .

Sono tutti temi che affrontano la grande questione di come individuare alternative all’egemonia economica delle grandi piattaforme digitali e restituire la sovranità digitale ai cittadini. Una due giorni dedicata ad un nuovo futuro in cui la democratizzazione digitale e la sovranità tecnologica (con dati sottoposti al controllo dei cittadini) siano direzionati verso uno degli obiettivi politici più importanti del nostro tempo, ovvero implementare un reale Green New Deal contro i cambiamenti climatici e per una transizione ecologica della nostra economia. Gli speaker sono di livello: da Brian Eno a Geoff Mulgan, passando per Robert Hockett, Francesca Bria ed Evgeny Morozov e tanti altri.

Per Societing 4.0, quelle trattate da Nesta in questo incontro sono questioni fondative, perché il focus del nostro Programma di ricerca-azione è la social digital transformation dove innovazione sociale e innovazione tecnologica fanno parte dello stesso processo. Nel nostro modello mediterraneo di innovazione le tecnologie non sono per forza causa di alienazione ed allontanamento dalla tradizione, dalla ruralità, dall’artigianalità della produzione ma possono diventare il mezzo per immaginare insieme ai giovani, agli artigiani, alle piccole imprese, agli imprenditori sociali, alle start up, alla ricerca 4.0, alle istituzioni, … un senso diverso della produzione, del lavoro, dell’ambiente e della società diventando, quindi, la chiave dello sviluppo sostenibile, a tutela della biodiversità, dell’ambiente e delle persone.

Il nostro modello mette in discussione i modelli estrattivi (delle risorse, dell’ambiente, dell’energia, delle comunità, dei dati…) e guarda alla redistribuzione del valore per una maggiore diffusione delle opportunità. Le tecnologie sono strumenti che assumono un ruolo rilevante solo quando sanno parlare con i contesti nei quali devono essere applicate per poter favorire i processi di cambiamento, per abilitare le connessioni tra diversi attori e per facilitare le persone. Per questo pensiamo sia necessario favorire la formazione e la crescita ecosistemica dei processi di innovazione sociale e tecnologica, sostenendo una diffusa alfabetizzazione a vantaggio di una distribuzione condivisa dei poteri e delle responsabilità delle/nelle comunità, per evitare che intelligenze artificiali -cioè intelligenze che agiscono in autonomia, attraverso le macchine o attraverso dispositivi sociali-economici-tecnici-politici-militari-religiosi… – condizionino in modo negativo la vita dell’uomo.

Per noi l’innovazione tecnologica o è sociale o non è. Con questo sguardo parteciperemo alle due giornate torinesi.

 

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