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Neorural Futures: Quando il design pensa ai possibili futuri

Come possiamo usare il design non solo per rendere prodotti, servizi e tecnologie più fruibili ma anche per aprire discussioni critiche sul futuro?

Dal 2 al 6 settembre si è tenuta presso il RUFA Space a Roma, la Summer School Neo Rural Futures, che ha riunito oltre 40 partecipanti provenienti da tutto il mondo, ricercatori internazionali, designer e pensatori. 

Neo Rural Futures è parte del progetto SpeculativeEdu (Speculative Design – Educational Resource Toolkit), un progetto educativo finanziato da ERASMUS +, con l’obiettivo di rafforzare l’educazione allo Speculative Design raccogliendo e scambiando conoscenze ed esperienze già esistenti e allo stesso tempo sviluppando nuove metodi.

Il design speculativo si compone di una serie di approcci e pratiche diverse che interagiscono con un contesto sociale. Il design diventa, quindi, una piattaforma di espressione per immaginare possibili futuri. 

Neo Rural Futures è stato un intenso seminario di 5 giorni che ha indagato le pratiche di progettazione speculativa, applicate al futuro della ruralità. La ruralità è stata scelta a causa del suo fondamentale coinvolgimento con le nostre attuali problematiche planetarie, come i cambiamenti climatici, il cibo, la povertà, l’energia, l’acqua, la salute, l’istruzione.  

I 40 partecipanti sono stati divisi in 5 team e ad ognuno è stata assegnata una location: Chernobyl, Arjeplog, Caselle in Pittari, Luna, Lushoto.

Nei primi due giorni di workshop i gruppi hanno empatizzando con le location a loro assegnate, con meticolose ricerche si sono immersi nella loro realtà. Con le informazioni trovate e con l’aiuto dei coordinatori (Salvatore Iaconesi, Oriana Perisco e Alex Giordano) e dei tutor (Daniele Bucci, Valeria Loreti, Alessandra Del Nero, Federico Biggio, Herbert Natta e Arianna Forte) hanno costruito uno scenario futuro ambientato nel 2030 per esplorare come si svilupperanno i problemi che stanno investendo il nostro pianeta.

Ogni team ha, infine, prodotto 4 output che sono stati esposti in un exhibit finale. 

Ogni location è stata rappresentata attraverso una mappa – che contiene dati, conoscenze, informazioni, immagini, video e narrazioni georeferenziate che ci consentono di comprendere lo scenario; un oggetto – un artefatto progettuale di una cosa che è caratteristica dello scenario futuro e che ci consente di immergerci nella vita quotidiana dei suoi abitanti; un diario – la narrazione autobiografica della vita quotidiana di un abitante dello scenario, la sua autorappresentazione, per approfondire le percezioni, le comprensioni, i desideri, le aspettative, le culture e le relazioni dello scenario; e i materiali –  che ci consente di capire come le persone sono arrivate a questo scenario e continuare per un processo open source.

Tutti e cinque i progetti hanno avviato un dibattito sul futuro della ruralità che è proseguito nella conferenza finale della Summer School a cui hanno preso parte i professori facenti parte del Consorzio: University of Split (Croatia),  Edinburgh Napier University (UK), Goldsmiths, University of London (UK), Madeira Interactive Technologies Institute (Portugal), HER – Human Ecosystems Relazioni (Italy), e Institute for Transmedia Design (Slovenia).

  

A cura di: Francesca Bosio